Io in Italia ci torno e ci provo.
Non volevo cascarci, non volevo commentare la situazione politica italiana per non dar loro soddisfazione, per non far si che i loro nomi siano sulla bocca (e soprattutto sulle tastiere) di tutti, in bene e in male, e anche sulla mia. Fino a che se ne parla hanno vinto, dominano la comunicazione di massa e questa domina i nostri pensieri.
Eppure.
Ho provato silente e paziente ad ascoltare la radio italiana tutte le mattine e leggere i giornali e commentare solo tra me e me ma mi trovo ogni giorno sempre più incredula, sempre più stupita di questo mio popolo, gli italiani che non riconosco più. E così ho ceduto, qualcosa lo devo dire e lo devo fare.
Io impersono il classico luogo comune dei giovani fuggiti dal proprio Paese, quelli che accusate di essere irresponsabili, di lamentarsi ma di non esserci, di aver lasciato alla deriva e alla decisione di altri il futuro del proprio paese. E invece no.
Io me ne andai nel 2006 non per fuggire da un'Italia che in fondo mi piaceva, lo feci per seguire un sogno e realizzarlo. Sognavo l'Africa...come il titolo del celebre libro di Kuki Gallman. Sognavo il lavoro nella cooperazione internazionale, cooperazione intesa come collaborazione, lavorare insieme. E la sognavo in Africa, terra che conobbi a 18 anni la prima volta in Uganda e di cui mi innamorai.
Oggi quel sogno l'ho perseguito e realizzato: ho calpestato tanta terra rossa in diversi paesi africani, stretto tante mani, ricevuto e donato tanti sorrisi di tutti i colori, sperimentato tante lingue e dialetti eppure non ho mai perso la consapevolezza delle mie radici perchè sono sempre stata convinta che essere italiana fosse un orgoglio da mostrare a testa alta. Negli anni abbiamo trasmesso ai nostri figli la fierezza di dire "sono italiano" perchè l'Italia è bella e buona. Gli italiani all'estero sono sempre tenuti in buona considerazione in tutti gli aspetti, conosciuti come gran lavoratori, simpatici, aperti, onesti, accoglienti.
Eppure.
E' vero quello che sento e che vedo, che volete farmi credere? Non è più così?
Ho passato 12 anni lontana, 12 anni meravigliosi ma anche difficili in cui mi è mancata sempre la mia famiglia e la mia Italia ma oggi sono più matura, più ricca di tanta energia, forza, spirito di adattamento ed iniziativa che vivere in Africa mi ha dato. Gioventù, sole e cambiamento continuo caratterizzano questo continente mentre mi fate vedere un' Europa anziana, grigia, triste, statica, sconsolata , divisa e alla deriva. E allora io ci provo a portarvi la bellezza dell'Africa, anche se credete che l'Africa non possa portare bellezza, io ci provo a portarvi il senso di famiglia, di apertura, di condivisione, di accoglienza di cui i paesi africani sono intrisi.
Oggi più che mai sono convinta di tornare in Italia anche se mi volete fare credere che sia solo aggressiva, piena di odio, in difficoltà, che non c'è lavoro, non c'è assistenza, non c'è futuro.
Eppure.
Sapete che vi dico? Ancora ci credo nell'Italia che cresce, che fa del bene, che ama e che è amata. L' italia multiculturale che convive in armonia.
Io ci torno e ci provo.
A presto!