mercoledì 2 marzo 2016

02.03.16 BACINELLE E BACCHE, due modi di affrontare le calamità naturali degli ultimi mesi in Mozambico

Da mesi eravamo in attesa della stagione delle piogge che stava tardando, da mesi c'era secca in quasi tutto il Mozambico: il bestiame comincia a morire, il terreno sembra pietra, un calore, un'arsura insopportabile, polvere e luce, una luce che acceca, che costringe a correre in casa e  tirare le tende per dare sollievo agli occhi. Da domenica è arrivata la pioggia, una pioggia torrenziale, sembra che le nuvole in tre giorni stiano scaricando tutto ciò che hanno accumulato per mesi.Continua inesorabile giorno e notte.

Peccato che pare si stia scaricando solo su Beira e che ne sia venuta giù un po' troppa tutta inuna volta: interi quartieri sono letteralmente allagati e quasi isolati, il canale che passa in mezzo alla città sta per diventare un tutt'uno con la strada, le fognature e il sistema di drenaggio è inutile dire che non funzionano, percorrere le strade, anche quelle asfaltate è diventato difficile e pericoloso, le conseguenze igienico sanitarie sono ovvie e spaventose; la gente dalla gioia sta passando alla preoccupazione. 

Come per molte cose qui,  non c'è una via di mezzo.

Mentre la  gente di Beira tira l'acqua a secchiate fuori di casa, si fa il bagno nelle pozzanghere diventati laghi e utilizza tutte le bacinelle disponibili, nella vicina provincia di Manica a causa della secca prolungata la gente ha cominciato a cibarsi di frutti selvatici. La siccità degli ultimi mesi ha distrutto molte piantagioni e i prezzi sono saliti alle stelle con la conseguenza che parte della popolazione si è ritrovata senza possibilità di cibarsi adeguatamente.

Mentre il dibattito politico continua sul fronte sicurezza e su quello ambientale, i prezzi salgono e la malnutrizione anche.



giovedì 25 febbraio 2016

25.02.2016 ORECCHIE APERTE SULLA SITUAZIONE POLITICA IN MOZAMBICO


La situazione politica mozambicana è sempre più incandescente, di giorno in giorno.
(vedi i post precedenti relativi all'argomento)

Ogni giorno i militari governativi (FRELIMO) e l'opposizione ( RENAMO ) sferrano e ricevono attacchi. Due delle principali strade del Paese sono ora percorribili per alcune centinaia di chilometri soltanto in convoglio militare ma in questi giorni anche le auto civili sono state attaccate in agguati armati. Ieri si è riunito il consiglio nazionale di difesa e sicurezza per preparare le condizioni per un incontro tra il Presidente della Repubblica Felipe Nyusi e il leader della Renamo Dhklama ma non si sa  quali misure di sicurezza verranno attuate. Le notizie che leggiamo su internet, nelle condivisioni facebook, sui media : ogni giorno un attacco sferrato dall'opposizione lungo qualche strada del Paese, i militari governativi accusati di violenze al nord e i profughi verso il Malawi aumentano,  ci sono state richieste di intervento internazionale ma pare non si muova nulla. 
Federica Mogherini, alto rappresentante dell Unione Europea per gli affari internazionali e la politica di sicurezza  è in Mozambico in questi giorni ma i discorsi sembrano abbastanza generici, o almeno è ciò che dimostrano le informazioni ufficiali.( approfondisci  qui e  qui notizie in portoghese degli incontri)
Intanto fa sorridere che il Presidente della Repubblica difende l'imparzialità dei mezzi di comunicazione sulle informazioni riguardo agli avvenimenti di questi giorni...

Questo è quello che sanno tutti (o solo chi vuole sapere)  attraverso i mille media che si hanno a disposizione. 
 Noi, in più, abbiamo le orecchie.

Tra espatriati si parla con preoccupazione e si tenta di scambiarsi più informazioni possibili ma sono sempre le stesse, i mozambicani che conosco sussurrano e ricordano i momenti che hanno passato quando c'era la guerra, non si espongono politicamente. Però se si chiacchiera in giro qualcuno dice che un vicino che lavora al porto ha visto arrivare navi piene di armi, che ci si prepara alla " confusione" che avverrà a marzo perchè Dhaklama ha annunciato che si riprenderà le province che gli spettano.

Intanto internet funziona piuttosto male, l'energia elettrica continua a saltare e Beira, quasi noncurante, si prepara per il week end del carnevale cittadino che comincerà questo venerdì...forse per non pensare, forse per esorcizzare la paura, forse perchè nessuno vuole credere che si sta tornando alla guerra. 

venerdì 19 febbraio 2016

19.02.2016 L' ARTE DI ARRANGIARSI






...Quando si ha poco ci si deve ingegnare...e qua in qualche modo si fa "funzionare" quasi tutto

lunedì 15 febbraio 2016

15.02.16 STORIE DI ORDINARIA POVERTA' N.1





“IL PESCATORE”
C’era una volta un pescatore...              
Veniva spesso a casa nostra per venderci il pesce. Magro, emaciato.  Qualche volta accompagnato dalla moglie, che portava la bacinella carica di pesce sulla testa. Abbiamo cominciato a prendere sempre il pesce da lui per poterlo aiutare, chili e chili di pesce,  non sempre eccellente e piuttosto caro ma aspettavamo che venisse lui e non compravamo da altri.  Con il passare del tempo ha cominciato ad essere insistente, a venire molto spesso e anche senza pesce. A volte un po’ stanchi delle  richieste facevamo finta di non esserci e non andavamo al cancello. A volte  cedevamo.  Abbiamo poi capito che non era lui che andava a pescare, ma comprava il pesce sulla spiaggia dai pescatori che rientravano e poi veniva a vendercelo a casa, nelle condizioni fisiche in cui era non avrebbe potuto andare a pescare con la canoa a remi in mezzo all'oceano.

il ricordo di Matteo
..."Ho conosciuto il sr. Aissubu (penso si scriva cosi). Un giorno il sr. Aissubu si è presentato a casa nostra per venderci del pesce fresco ,o quasi, la contrattazione sul prezzo fu lunga ma alla fine io mi finsi  soddisfatto e lui vinse. Il sr. Aissubu non mi fu simpatico dal primo momento ma diventò il nostro fornitore di pesce fresco,o quasi,  di fiducia. Questo rapporto  di fornitore porta a porta - cliente andò avanti per circa un anno. Iniziò non ricordo bene quando ma era sabato io volevo uscire con la famiglia e invece mi incastro in quella assurda negoziazione di prezzo. La nostra relazione sarebbe continuata così x tutta la vita. La sua..." 

Qualche mese fa è arrivato in pessime condizioni e abbiamo intuito che era sieropositivo così Matteo lo ha fatto visitare dai medici CUAMM- Medici con l'Africa che hanno confermato la nostra ipotesi e inserito nel programma di trattamento in un centro di salute sostenuto dal CUAMM  vicino a casa sua. Gli abbiamo comprato i farmaci e continuato a comprare il pesce, non sempre. Io ero quella  più “dura” , tentavo di trattare sul prezzo e quando avevo il freezer colmo non ne compravo, allora si accontentava di chiedermi  i soldi per i mezzi per tornare a casa. 



La settimana scorsa è venuta la moglie, sola, a chiedermi di aiutarli per poter pagare il curandeiro ( il guaritore tradizionale) perchè l’uomo stava molto male, la famiglia voleva tentare la medicina tradizionale perchè non guariva.Qualche giorno dopo, una sera, si è presentato lui, non si reggeva in piedi, aveva una pancia enorme. Chiedeva aiuto e  voleva tornare a casa.  Matteo lo ha accompagnato in ospedale. Abbiamo così scoperto per la prima volta il suo nome, fino a quel momento per noi era “il pescatore”; si è svelato che ormai aveva l’AIDS conclamato, che la moglie era una compagna, anche lei sieropositiva, e che avevano insieme un figlio di tre anni.  Si scopre che era  già fuggito dall'ospedale tre volte e non voleva seguire il trattamento antiretrovirale. Nei giorni successivi, di degenza, Matteo ha conosciuto le altre due figlie e un po’ alla volta abbiamo scoperto  parte della  storia di questa famiglia: la madre morta venti anni fa, lui ha cresciuto le figlie:  una è incinta, senza lavoro, l’altra ha un bimbo di un anno e il marito è barbiere. Vivono  vicini e il padre chiedeva aiuto a loro ma anche le ragazze vivono a malapena con quello che hanno. E ora chiedono aiuto a noi,   ho mandato una papaia, Matteo ha pagato le spese dell’ospedale ed  è andato tutti i giorni a far visita al malato che gli telefonava continuamente per dirgli di andare lì.

"...Negli ultimi due mesi lui verrà ricoverato in ospedale  4 volte dal quale scappera' sempre. 5 giorni fa si presenta davanti casa con la sua amica ed un bimbo di 3 anni. Aissubu non si regge in piedi lo accompagno in ospedale al pronto soccorso e viene ricoverato. In questi giorni ho la possibilità  di conoscere le figlie di Aissubu e scopro che la moglie è morta nel 92 e ha cresciuto le due due figlie da solo. Ha poi incontrato una compagna con la quale ha fatto un figlio che ora ha 3 anni. Anche lei è sieropositiva.  Una delle figlie è in attesa di un bimbo l'altra invece ha un figlio di un anno e non ha lavoro. Il sr. Aissubu è nonno ma avrà si e no la mia età, 37 anni..." 



Sabato sera Matte era stanco ma aveva promesso che sarebbe passato a trovarlo, ci è andato. Ieri mattina, domenica 14 febbraio, il pescatore si è spento.

"...Non c'era nulla da fare ora, ma prima forse si."


Ora ci chiediamo cosa avremmo potuto fare di più, ci arrovelliamo pensando che forse voleva andare a casa sua a finire i suoi giorni invece lo abbiamo portato in ospedale, che quelle  volte che non lo abbiamo aiutato avremmo dovuto dargli più ascolto...ora daremo un contributo per il funerale, non possiamo più fare altro.


Una storia di una famiglia come tante, tantissime che sopravvivono tra malattia e fame proprio accanto a noi , a volte incrociano la nostra strada, molte volte non ci accorgiamo di nulla e continuiamo la nostra bella vita passando accanto alla disperazione.





giovedì 11 febbraio 2016

11.02.2016 LE APPARENZE INGANNANO...IL CLIMA POLITICO MOZAMBICANO SI STA SCALDANDO




Qualche settimana fa il numero due del partito di opposizione RENAMO è stato assaltato in pieno giorno in piena città qui a  Beira, dalle forze governative. Hanno sparato alla sua auto uccidendo una guardia del corpo e ferendo il politico.

Il leader della RENAMO, Alfonso Dhaklhama, rimane nascosto nelle campagne, avendo subito 3 attentati negli ultimi mesi,  e continua a minacciare ripercussioni  accusando il governo di brogli nelle precedenti elezioni e non avendo riconosciute posizioni di gestione in alcune delle province.  Il governo guidato dalla FRELIMO, per sua parte, continua a dire di cercare un dialogo che non viene accettato.

 Nel frattempo ai confini con il Malawi la gente scappa a causa di scontri tra forze governative e opposizione e si stanno allestendo campi profughi visto l’aumento del numero di rifugiati nel Paese confinante.

 per approfondire : link info unhcr, articolo africa express

Chi abita fuori città ci ha riferito di aver visto molti camion dell’esercito pieni di militari entrare nella foresta, verso l’interno, e uscire vuoti.

I dialoghi con i Paesi confinanti si stanno facendo più assidui: oggi il ministro degli esteri mozambicano è in viaggio per il Malawi, ieri la ministra Sudafricana  era in visita a Maputo per discutere anche dell’eventuale mediazione in quella che sembra una situazione che si sta prospettando delicata. Le informazioni  sugli argomenti trattati, però, sono sempre molto vaghe.

Nessuno vuole ritornare ad una guerra civile (1977- 1992) che ha distrutto un Paese ma è evidente che il clima si sta scaldando e le informazioni a riguardo sono celate.


Nella nostra vita quotidiana non è cambiato nulla e pare che sia tutto tranquillo ma parlando con le persone e mettendo insieme i fatti ci si accorge della tensione latente, o forse neanche troppo latente, ma nascosta ai nostri occhi e alle nostre orecchie.

per approfondire clicca qui (notizie in inglese) e qui

lunedì 8 febbraio 2016

08.02.2016 DI PALME E DI COCCHI




La raccolta del cocco.  Inizia quando ti accorgi che la palma nel giardino è piena, troppo piena di frutti. E te ne accorgi perchè al mattino presto, molto presto, senti un rumore sordo, un “TOC” inconfondibile e speri che il guardiano notturno fosse in un altro punto della casa e che la macchina ancora una volta miracolosamente sia salva. Al terzo mattino di seguito alzi lo sguardo sopra la tua testa prima di uscire di casa e decidi che comincia ad essere pericoloso e ti organizzi per la raccolta del cocco. 



Uno dei guardiani che lavora per il CUAMM qua a Beira prima era il raccoglitore di cocchi del proprio villaggio. Un mestiere di tutto rispetto e molto molto richiesto. Ora comincia ad avere una certa età  ma l’agilità e il coraggio pare non gli manchino. E’ lui che chiamiamo per l’operazione “salva una famiglia dalla caduta dei cocchi”. Si chiama Guilherme, come il nostro piccolino, e così la faccenda è ancora più simpatica. 


Operazione uno : salire in cima alla palma a mani nude.



Operazione due:osservare esterefatti nonostante gli occhi ancora cisposi di sonno perchè è molto presto.




Operazione tre:correre a nascondersi perchè cominciano a essere lanciati cocchi da 10 mt di altezza per tutta l’ampiezza del giardino.




Operazione quattro:  dividerli tra “ cocco” e “lanho”.Il cocco è quello maturo, buono per cucinare, fare sughi e condire riso. Il lanho è quello fresco, del quale si beve l’acqua, direttamente dal frutto. Si riconoscono dalla quantità di acqua che c'è dentro. Si porge il cocco vicino all'orecchio, si scuote e si decide di che categoria fa parte.



Durante quasi tutto l’anno per la strada si incontrano ragazzi che all’angolo dei marciapiedi con un mucchietto di cocchi, un coltello per tagliare la parte superiore e un sacchetto di cannucce, vendono cocco fresco da bere. Si fermano le macchine, i pedoni, la gente dagli autobus. Invece che una bottiglietta d’acqua o un succo di frutta per sconfiggere il caldo ti bevi un bel cocco. Anche noi lo facciamo spesso, i bimbi lo adorano. Ma quando è quello di casa...ha tutto un altro gusto! 







Operazione cinque: godersela!





mercoledì 27 gennaio 2016

BENVENUTI!




Benvenuti nelmappamondo!

Questo sarà un luogo virtuale dove raccontare di Africa, di famiglia, di viaggi, di cooperazione, di solidarietà, di vita...nel mondo.
Io,Chiara, autrice di questo blog, e tutta la mia famiglia ti diamo il benvenuto e speriamo continui a seguirci che tu sia adulto o bambino, che tu viaggi oppure no, che tu conosca l'Africa oppure no...

buon proseguimento