“IL PESCATORE”
C’era una volta un pescatore...
Veniva spesso a casa nostra per venderci il pesce. Magro,
emaciato. Qualche volta accompagnato dalla
moglie, che portava la bacinella carica di pesce sulla testa. Abbiamo cominciato
a prendere sempre il pesce da lui per poterlo aiutare, chili e chili di pesce, non sempre eccellente e piuttosto caro ma aspettavamo che venisse lui e non
compravamo da altri. Con il passare del
tempo ha cominciato ad essere insistente, a venire molto spesso e anche senza
pesce. A volte un po’ stanchi delle
richieste facevamo finta di non esserci e non andavamo al cancello. A
volte cedevamo. Abbiamo poi capito che non era lui che andava
a pescare, ma comprava il pesce sulla spiaggia dai pescatori che rientravano e
poi veniva a vendercelo a casa, nelle condizioni fisiche in cui era non avrebbe
potuto andare a pescare con la canoa a remi in mezzo all'oceano.
il ricordo di Matteo
..."Ho conosciuto il sr. Aissubu (penso si scriva cosi). Un giorno il sr. Aissubu si è presentato a casa nostra per venderci del pesce fresco ,o quasi, la contrattazione sul prezzo fu lunga ma alla fine io mi finsi soddisfatto e lui vinse. Il sr. Aissubu non mi fu simpatico dal primo momento ma diventò il nostro fornitore di pesce fresco,o quasi, di fiducia. Questo rapporto di fornitore porta a porta - cliente andò avanti per circa un anno. Iniziò non ricordo bene quando ma era sabato io volevo uscire con la famiglia e invece mi incastro in quella assurda negoziazione di prezzo. La nostra relazione sarebbe continuata così x tutta la vita. La sua..."
Qualche mese fa è arrivato in pessime condizioni e abbiamo
intuito che era sieropositivo così Matteo lo ha fatto visitare dai medici CUAMM- Medici con l'Africa che hanno confermato la nostra ipotesi e inserito nel programma di trattamento
in un centro di salute sostenuto dal CUAMM vicino a casa sua. Gli abbiamo comprato i
farmaci e continuato a comprare il pesce, non sempre. Io ero quella più “dura” , tentavo di trattare sul prezzo e
quando avevo il freezer colmo non ne compravo, allora si accontentava di
chiedermi i soldi per i mezzi per
tornare a casa.
La settimana scorsa è venuta la moglie, sola, a chiedermi di
aiutarli per poter pagare il curandeiro
( il guaritore tradizionale) perchè l’uomo stava molto male, la famiglia voleva
tentare la medicina tradizionale perchè non guariva.Qualche giorno dopo, una
sera, si è presentato lui, non si reggeva in piedi, aveva una pancia enorme.
Chiedeva aiuto e voleva tornare a casa. Matteo lo ha accompagnato in ospedale.
Abbiamo così scoperto per la prima volta il suo nome, fino a quel momento per
noi era “il pescatore”; si è svelato che ormai aveva l’AIDS conclamato, che la
moglie era una compagna, anche lei sieropositiva, e che avevano insieme un
figlio di tre anni. Si scopre che era già fuggito
dall'ospedale tre volte e non voleva seguire il trattamento antiretrovirale. Nei
giorni successivi, di degenza, Matteo ha conosciuto le altre due figlie e un po’
alla volta abbiamo scoperto parte della storia di questa famiglia: la madre morta venti anni fa, lui ha cresciuto le
figlie: una è incinta, senza lavoro, l’altra
ha un bimbo di un anno e il marito è barbiere. Vivono vicini e il padre chiedeva aiuto a loro ma
anche le ragazze vivono a malapena con quello che hanno. E ora chiedono aiuto a
noi, ho mandato una papaia, Matteo ha pagato le
spese dell’ospedale ed è andato tutti i giorni a far visita al malato che gli telefonava continuamente per dirgli di andare lì.
"...Negli ultimi due mesi lui verrà ricoverato in ospedale 4 volte dal
quale scappera' sempre. 5 giorni fa si presenta davanti casa con la sua amica
ed un bimbo di 3 anni. Aissubu non si regge in piedi lo accompagno in ospedale
al pronto soccorso e viene ricoverato. In questi giorni ho la possibilità
di conoscere le figlie di Aissubu e scopro che la moglie è morta nel 92 e ha
cresciuto le due due figlie da solo. Ha poi incontrato una compagna con la
quale ha fatto un figlio che ora ha 3 anni. Anche lei è sieropositiva.
Una delle figlie è in attesa di un bimbo l'altra invece ha un figlio di un anno
e non ha lavoro. Il sr. Aissubu è nonno ma avrà si e no la mia età, 37 anni..."
Sabato sera Matte era stanco ma aveva
promesso che sarebbe passato a trovarlo, ci è andato. Ieri mattina, domenica 14
febbraio, il pescatore si è spento.
"...Non c'era nulla da fare ora, ma prima forse si."
Ora ci chiediamo cosa avremmo potuto fare di più, ci arrovelliamo pensando che forse
voleva andare a casa sua a finire i suoi giorni invece lo abbiamo portato in
ospedale, che quelle volte che non lo
abbiamo aiutato avremmo dovuto dargli più ascolto...ora daremo un contributo
per il funerale, non possiamo più fare altro.
Una storia di una famiglia come tante, tantissime che sopravvivono
tra malattia e fame proprio accanto a noi , a volte incrociano la nostra strada,
molte volte non ci accorgiamo di nulla e continuiamo la nostra bella vita passando
accanto alla disperazione.