"LA RAGAZZINA IN VACANZA "
J. ha un aspetto giovanile, un
viso rotondo e sorridente. Lavora da molti anni come donna delle pulizie
nell’ ufficio dove lavora Matte. Difficile indovinarne l’età e ogni tanto si
scopre qualcosa di più della sua vita, una figlia, o più, addirittura una
nipote.
In Mozambico, come in molti Paesi
africani dove abbiamo vissuto, la famiglia è allargata nel vero senso della
parola quindi quando qualcuno presenta un fratello, uno zio, un cugino non sempre significa che lo siano
in senso letterale, zii (tio/tia) sono un po’ tutti e quando si vuole
identificare un fratello vero si aggiunge “ stessa mamma, stesso papà” oppure “
siamo 5 fratelli tutti della pancia di mia mamma”, che di questi tempi
contestualizzato nel dibattito italiano fa un po’ sorridere...
Spesso le famiglie sono
sparpagliate in diverse parti del Paese, difficilmente le famiglie numerose
vivono insieme: alcuni figli studiano in altre città presso parenti, altri sono
affidati alle cure dei nonni, le ragazzine a volte vengono mandate a lavorare
come baby sitter o aiuto in casa presso zii e cugini.
Comunque è prassi mandare i
bambini e i ragazzi durante le ferie scolastiche presso i parenti in altre
città, si da un contributo per le spese a chi li ospita e loro aiutano in casa
e sono una bocca in meno da sfamare per alcuni mesi per la famiglia di origine.
Così J. Ha mandato sua figlia di 13 anni nella capitale, Maputo, con
l’autobus, un viaggio di due giorni, a passare le ferie presso degli zii. Le ha
dato un po’ di soldi perchè li consegnasse alla zia per contribuire alle spese
e un bel po’ di medicine da prendere tutti i giorni; madre e figlia infatti
sono sieropositive e devono assumere i medicinali antiretrovirali assolutamente
regolarmente.
Un giorno J. È arrivata molto
agitata a chiederci un prestito urgente. Le abbiamo chiesto cosa fosse successo
e ci ha spiegato che voleva far rientrare subito la ragazzina a Beira e le
servivano i soldi per il biglietto dell’autobus da mandarle. La fantomatica zia
in realtà pare che avesse lasciato la ragazzina a casa da sola da qualche
giorno e le scorte di cibo erano finite, la madre era molto preoccupata perchè
la bimba doveva mangiare bene per poter assumere i medicinali e pensare ad una
ragazzina di tredici anni da sola nella capitale non era certo rassicurante. La
“zia” aveva utilizzato i soldi arrivategli e poi si era fatta di nebbia senza
avvisare. A meglio investigare infatti non era una zia di sangue ma un’ amica
che si era resa disponibile a ospitare C. Per le ferie.
Ebbene abbiamo elargito
l’equivalente di 20/25 euro per farla rientrare il giorno successivo. Per noi
una cifra irrisoria, per J. La sicurezza di sua figlia. Avrebbe dovuto
aspettare lo stipendio successivo per poterle comprare il biglietto di ritorno.
C. è arrivata a casa, abbiamo
tutti tirato un sospiro di sollievo e pensato una volta in più a quanto sia
relativo il valore dei soldi.