Domani si vota alle elezioni generali in Mozambico, la campagna elettorale si è conclusa domenica scorsa con cortei, comizi, clacson, cori. Oggi è la vigilia, c’è chi comincia ad attaccarsi alla radio, chi si prepara per recarsi domani mattina alle 5 davanti alla sede di seggio ma c’è anche chi dichiara apertamente che non andrà a votare, che tanto non cambierebbe nulla , la propria misera vita non cambierà dall’oggi al domani.
Gregorio e Geremia sono incuriositi da tutto questo fermento, colori,nomi strani dei partiti e canticchiano una sigla o l’altra e io li zittisco…non si sa mai come si viene interpretati!
Ma quella che vediamo noi è vita di città, di molta gente che una coscienza politica ce l’ha e che comunque spesso sa leggere e scirvere. Mi chiedo, invece, nelle campagne dove si cammina per ore per raggiungere una fonte di acqua, dove la scuola per andare a votare più vicina è a cinque chilometri di distanza, dove la preoccupazione è stare abbastanza in salute per poter raggiungere il campo da coltivare e chissà, forse, portare a casa qualcosa per la cena, laggiù chi andrà a votare? Cosa? Le informazioni da dove le hanno ricevute?
Se c’è un parente all’ospedale e non è visitato da nessuno per giorni, un bambino disabile a casa, sette figli da sfamare, un marito ubriaco, situazioni frequenti di vita quotidiana, si può avere la forza di credere nel proprio diritto dovere al voto? Si può avere la forza di credere nella democrazia? Forse si , forse anche no.
Domani si vedrà chi ha avuto questa forza e se è stata ascoltata .
E speriamo che avvenga tutto in maniera pacifica.
Gregorio e Geremia sono incuriositi da tutto questo fermento, colori,nomi strani dei partiti e canticchiano una sigla o l’altra e io li zittisco…non si sa mai come si viene interpretati!
Ma quella che vediamo noi è vita di città, di molta gente che una coscienza politica ce l’ha e che comunque spesso sa leggere e scirvere. Mi chiedo, invece, nelle campagne dove si cammina per ore per raggiungere una fonte di acqua, dove la scuola per andare a votare più vicina è a cinque chilometri di distanza, dove la preoccupazione è stare abbastanza in salute per poter raggiungere il campo da coltivare e chissà, forse, portare a casa qualcosa per la cena, laggiù chi andrà a votare? Cosa? Le informazioni da dove le hanno ricevute?
Se c’è un parente all’ospedale e non è visitato da nessuno per giorni, un bambino disabile a casa, sette figli da sfamare, un marito ubriaco, situazioni frequenti di vita quotidiana, si può avere la forza di credere nel proprio diritto dovere al voto? Si può avere la forza di credere nella democrazia? Forse si , forse anche no.
Domani si vedrà chi ha avuto questa forza e se è stata ascoltata .
E speriamo che avvenga tutto in maniera pacifica.
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