Mr. Greg cresce a vista d’occhio in Uganda, in capitale. E felice nel compound dove viviamo, pieno di alberi, di amichetti con cui divertirsi e soprattutto sicuro e senza pericoli (quasi, visto che ha già tre cicatrici in fronte dovute a cadute di gioco). Ma è giusto che anche lui veda e viva la città per come è veramente, che va ben oltre il cancello dietro al quale ci ripariamo. A volte andiamo nelle stradine sterrate che scendono dalla strada principale e dopo le quali si apre un mondo a noi quasi sconosciuto. Purtroppo però non è facile essere bianchi a volte in Uganda e anche lui lo ha provato. Quando arriviamo nello spiazzo del quartiere pieno di bimbi che giocano palla, che saltano la corda, che si rincorrono, quasi tutti scalzi, piuttosto sporchi e con il naso che cola di regola…beh le attività si fermano di improvviso e tutti i bimbi in un momento sono davanti a noi con occhi sgranati, immobili, che ci osservano. Non appena Greg fa un gesto o io dico qualcosa esplodono le risate fragorose e le dita puntate verso di noi. Con tutta la buona volontà provo a dire a Greg di andare a giocare ma chiunque si sentirebbe un po’ a disagio in una situazione del genere…allora il dvertimento diventa ricorrere i coniglietti bianchi dagli occhi rossi che corrono sereni tra il pattume e dopo poco ce ne andiamo sconsolati. Sono convinta però che se continuiamo a frequentare lo spiazzo dei giochi diventeremo anche noi ben acccetti , come quella volta che siamo stati invitati a partecipare alla festa di quartiere(sullo stesso spiazzo) con canti e balli tradizionali.
Ma tra i vari episodi ce ne sono anche di piuttosto commoventi, vi ricordate quando vi avevo raccontato di Greg che vendeva banane lungo la strada? Spesso ci siamo fermati dalle donne lungo la strada che vendono pannocchie e banane, con una signora in particolare abbiamo fatto “amicizia”. La signora si siede sul ciglio della strada insieme ai suioi bambini, una, Patricia, di sette mesi e un altro ( o più,ma ancora non ho capito quanti e quali siano suoi figli)di sei o sette anni. Qualche volta ci siamo fermati e a giocare qualche minuto con i bimbi, a scambiare qualche chiacchiera in inglese misto a luganda e gesti e io ho acquistato una pannocchia abbrustolita; altre volte i miei suoceri hanno comprato pacchetti di biscotti e li hanno regalati ai bimbi. Ovviamente non ci apsettavamo nulla in cambio ma una sera, era già buio, stavo tornando a casa con Greg e un’amica e la signora era come al solito sul suo angolo di marciapiede con i suoi bambini, mi ha chiamata “mama Gregori!” e io a fatica nell’oscurità l’ho individuata e mi sono chinata verso di lei, mi ha porto un sacchettino dicendomi “for Gregori” e io attonita ma senza capire di cosa si trattasse l’ho ripetutamente ringraziata con un inchino come usano fare le donne ugandesi. Arrivata a casa, alla luce, ho aperto il sacchettino di plastica trasparente e ho trovato una giraffina di plastica e un gufo di terra cotta…il nodo alla gola è stato inevitabile soprattutto quando vedo come Gregorio tiene a questi due oggetti e li tiene felice tra le mani dicendo “galo” (che significa regalo). Quanto sono preziosi questi due semplici giocattoli!
Credenze interessanti:
In ufficio mi hanno detto che se sei cicciona significa che tuo marito si prende cura di te e sei fortunata…che culo!